Must see: i film più stylish di sempre
Questi giorni di festa e l’overdose di cioccolato e pastiera spingono, inevitabilmente, ad un uso più frequente del divano post abbuffata. Pasqua è un attentato alla linea ma un toccasana per lo spirito visto il relax e il tempo libero che ci regala. Se fate parte della categoria fashionisti pigri, a cui piace indossare la moda ma anche ammirarla comodamente dal proprio divano, vi do alcune dritte per passare le vostre ore di ozio, rifacendovi un po’ gli occhi al cinema.
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“Il grande Gatsby” (2013) di Baz Luhrmann: la tormentata storia di Jay Gatsby e Daisy già dalle pagine dello straordinario romanzo di Francis Scott Fitzgerald si era presentato come un tripudio di eleganza che qui viene riprodotto, quasi fedelmente, dalla brava Catherine Martin. Dico quasi perché il film in alcuni punti è un po’ pomposo ed esagerato, come tipico del regista australiano. L’eccesso di zelo, diciamo, tutto sommato si può perdonare: viene messo in secondo piano dai bellissimi abiti e dagli straordinari gioielli Tiffany indossati dai protagonisti, rendendo, perfino Carey Mulligan, insignificante ad oltranza in ogni pellicola, sfavillante e affascinante. Rimanendo in tema, consiglio anche di ripescare il primo film, ispirato all’omonimo romanzo, diretto da Jack Clayton nel 1974, non fosse altro che per vedere Robert Redford in completo bianco: caro Leo c’è davvero poco da fare…
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“Fine di una storia” (1999) di Neil Jordan: la clandestina storia d’amore tra Julianne Moore e Ralph Fiennes nella Londra degli anni ’40 è un piccolo capolavoro di sartorialità. E’ vero che Julianne Moore potrebbe indossare anche un sacco di juta ed essere comunque bellissima, ma dalle sottovesti conturbanti agli abiti dalla linea a matita ai cappelli, la sua figura è una vera e propria scultura di stile che si aggira in una Londra fumosa, incastonata a cavallo di due decenni bellissimi per la moda femminile.
- “Pene d’amor perdute” (1999) di Kenneth Branagh:
“Shakespeare in fashion” secondo Kenneth Branagh. L’attore e regista inglese trasporta una delle più belle commedie del Bardo nel 1939, alla vigilia del la seconda guerra mondiale, facendone, addirittura, un musical in stile old Broadway. Le storie d’amore tra quattro nobili e virtuosi studiosi e quattro bellissime fanciulle francesi è un tripudio di humor, romanticismo, colori e luci. Il regista, come noto, ama molto le trasposizioni del drammaturgo inglese anche in chiave moderna: bellissimi anche gli abiti realizzati per il suo “Hamlet”( 1996) in stile ottocentesco.
- “Quasi famosi”(2000) di Cameron Crowe: Rock’n roll e glamour fanno coppia in pratica dalla notte dei tempi e Cameron Crowe ci tiene a ricordarlo. Tra concerti, groupies e viaggi on the road il giovane giornalista William scopre il mondo, il sesso e la musica, nella realtà in technicolor degli anni ’70, fatta di gonne corte, pantaloni a zampe d’elefante e barbe incolte. Su tutti troneggia la leggerezza romantica e solare della meravigliosa Kate Hudson: i suoi riccioli biondi, la pelliccia bianca e le sue “gonne fazzoletto” sono come dei veri e propri personaggi, che animano il film per tutta la sua durata.
- “Espiazione”(2007) di Joe Wright: La conferma di Keira come icona
di stile. La storia d’amore tra Cecilia, ricca e un po’ viziata, e Robbie, bello e squattrinato in cerca di rivincita sociale, si muove, sul finire degli anni ’30, seguendo il volteggiare elegante degli abiti impalpabili della diva inglese. Indimenticabile il suo vestito di seta verde smeraldo che incornicia una rovente scena di passione con James McAvoy, tra le più sensuali della storia del cinema.
- “Chicago”( 2002) di Rob Marshall: Roxie e Welma, alias Renee Zellweger e Catherine Zeta Jones, ballano e cantano vestite dal genio di Colleen Atwood, come due soubrette dell’avanspettacolo degli anni ’30. Lustrini, pellicce e acconcinature chic ci traghettano lungo tutto il film che diventa un’opera molto piacevole da ascoltare e da guardare. Le due signore vengono confermate a icone glamour del cinema: peccato per le numerose successive visite dal chirurgo di entrambe…
- “Memorie di una geisha”(2005) di Rob Marshall: Non è solo un libro, non
è un semplice film, ma un vero e proprio mostra di design in movimento. Sempre lei, Colleen Atwood, non si limita a disegnare ma va a scolpire stoffe e tessuti, ispirati alla più antica ed elegante moda giapponese: quella delle geishe. Zhang Ziyi e, soprattutto, Gong Li, indossano kimono pesanti e raffinati, esaltati da meravigliose stole di pellicce e acconciature a prova di gravità. Due grandi rivali che si contendono lo scettro di regina di Tokyo in cerca dell’amore vero.
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“Elizabeth” (1999) Shekhar Kapur: L’unico vero e proprio film in costume “non contemporaneo” della mia lista. E si spiega subito il perché: Cate Blanchett. Una giovane Cate dai capelli rossi e dagli abiti vaporosi “annuncia” al mondo che, di lì a breve, diventerà una delle stelle di maggiore grandezza e classe del cinema. Nei panni della grande sovrana inglese del ‘500, antesignana del femminismo e ribelle, Blanchett sfiora la perfezione. Shekhar Kapur porta, nella più inglese delle storie, un unico tocco della sua India: i meravigliosi colori di abiti e scenografie, da togliere il fiato.
- “La mia Africa”( 1985) di Sydney Pollack: Meryl Streep, col suo naso
un po’ aquilino e quell’attitude delle grande dive del passato, per me, da sempre, è una delle donne più affascinati del mondo. Ne è la prova questo film: le grandi distese africane vengono quasi eclissate dai suoi completi color sabbia e dai meravigliosi foulard intrecciati sulle spalle, che sono diventati una vera e propria icona del cinema d’autore. E’ meraviglioso assistere all’evoluzione del suo personaggio, da classica signora dell’alta borghesia a libera esploratrice del mondo. Non facciamo menzione di Robert Redford se no facciamo notte..
- “Chocolat” (2000) di Lasse Hallstrom: Bene bene…film in tema col periodo pasquale. Juliette Binoche indossa ampie gonne in stile anni ’50, corpetti strizzati e colori sgargianti nei panni della bellissima cioccolatiera Vianne. Location un bellissimo e bucolico paesino francese che viene messo sottosopra dal suo arrivo. Johnny Depp, sua dolce metà, che fa il gitano con tanto di chitarra e treccia, credo si commenti da se…
- “Colazione da Tiffany” (1961) di Blake Edwards : Ok, un titolo
un po’ scontato è vero…ma Audrey è sempre Audrey. La madre dello stile puro, semplice, essenziale: la sua figura esile avvolta in abiti da sera e cappelli a tesa larga credo sia tra le icone più indimenticabili di sempre. Perfino col fazzoletto in testa mentre canta “Moon River” dalla finestra sembra glamour! George Peppard come pseudo scrittore non è molto credibile, ma come modello di stile maschile credo abbia davvero pochi eguali.
- “The Aviator” (2004) di Martin Scorsese: Leonardo Di Caprio interpreta il protagonista, Howard Hughes, in modo
esemplare, ma a sovrastare tutti, per stile e charme, è sempre la regina Cate. Blanchett nel ruolo di Katherine Hepburn, nella Hollywood degli anni ’30, sembra ancora meglio dell’originale. Divina in ogni outfit, dagli abiti da sera in seta al completo giacca e pantaloni. Di contorno, Kate Beckinsale che interpreta Ava Gardner: meravigliosi gli abiti ma, lei, la diva dagli occhi verdi non la vede neanche da lontano…
- “Caccia al Ladro” (1955) di Alfred Hitchcock: Grace solo Grace. Il film del cineasta inglese è come sempre appossionante e
pieno di suspense, ma il vero unico protagonista è il guardaroba di Grace Kelly. Sulla costa azzurra, negli anni ’50, lo stile non è per niente un’ opinione per la futura principessa di Monaco. Cary Grant la segue a ruota..
- “Il paziente inglese” (1996) di Anthony Minghella: la struggente storia d’amore tra Ralph Fiennes e Kirstin Scott-Thomas tra le dune del deserto si tinge di colori caldi e linee anni ’40. Indimenticabili gli outfit “maschili” dell’attrice inglese, che ne fanno un simbolo di eleganza emancipata.
“Walk the line”(2005)di James Mangold: Una delle storie d’amore più belle del mondo della musica, quella tra Johnny Cash e June Carter, raccontata dai bravissimi Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Tra gli anni ’50 e i ’60 l’ascesa, la caduta e la rinascita di the man in black si susseguono anche attraverso colori e forme fedelissime all’epoca. Il guardaroba di Witherspoon nel film è bellissimo, colorato, brioso e accompagnato da acconciature semplici e d’impatto. Da vedere per amore dello stile e della musica.
Il cinema è una fucina di stili molto variegati tra di loro. Attraversa il tempo e lo spazio e ci regala, attraverso abiti e acconciature, la possibilità di sognare o, a volte, immedesimarci nella moda che ci viene proposta sullo schermo.
Forse ho omesso qualche titolo importante ma per questo attendo i vostri suggerimenti..
Nel frattempo, buona visione!