L’ equazione del “Gagaismo”
Lady Gaga mi piace moltissimo. Chi mi conosce bene sa che i miei gusti musicali sono molto diversi da quelli promossi da Miss Germanotta, eppure quando la vedo esibirsi o in una dei suoi outfit provo una certa ammirazione per lei. E’ una donna non bellissima, bassina, messa a dura prova da un passato di bullismo e disturbi alimentari, eppure sta sul palco orgogliosa di se stessa e a testa altissima. Si è ricostruita un’autostima che da ragazza le hanno portato via, fa dei suo outfit che sfiorano il travestimento, una bandiera e se le tirano contro qualche insulto risponde a tono. Scesa dal palco poi torna ad essere una ragazza di trent’anni con gli occhietti a cuore mentre sbandiera il suo fidanzamento e prossimo matrimonio col suo Taylor.
Quindi Gaga dimostra il solito assioma: da ragazzina strana ed emarginata ad adulta “picconatrice” del pregiudizio. La diversità le piace e tanto: i suoi fans li chiama amorevolmente “piccoli mostri” perché dice che le somigliano, che capiscono di non fermarsi all’apparenza: mi pare un messaggio bellissimo da trasmettere soprattutto se supportato concretamente come fa lei. Tutti da ragazzini ci siamo considerati un po’ incompresi ma pochi riescono, con l’età, a fare di quel senso di diversità una leva per evolversi . Quando ho una giornata storta e voglio scaricarmi ballando per casa come un’invasata per sciogliere la tensione, il primo brano della mia playlist antistress è la sua “Telephone”: è quasi come se mi invitasse a sotterrare per cinque minuti il mio telefono ed i contatti col mondo per stare sola con i miei tre minuti di follia. Miss Germanotta non sarà una superbellezza da copertina ma a me suscita grande stima: quando tutti le sbattevano le porte in faccia lei non solo se le prendeva ma batteva e batteva finchè non le riaprivano. Quindi che si metta addosso una tenda da circo o una coda da sirena non è che sia poi così importante: non è un’emblema dell’eleganza esteriore ma di sicuro di quella d’animo. Non è una bonona alla Belen né una bambolotta alla Britney, non ha timore a mostrare i suoi rotoloni di ciccia o le sue braccia iper tatuate fingendo di essere una lady inglese. Io sono decisamente pro “Gagaismo” se me lo concedete: dopotutto da una che si è scelta come nome d’arte il titolo di una canzone dei Queen non potevamo che aspettarci questo.