Pinko: oltre la Bag
La prima parola che associamo a Pinko è “bag”. Già perchè nella metà degli armadi delle donne tra i 20 e 30 anni vive, almeno, una Pinko Bag.
Personalmente nel mio ce ne sono quattro: una a braccio nera stampa coccodrillo, una matelassé grigio perla che potrebbe benissimo essere un sostitutivo di un bagaglio a mano fuori taglia tanto è grande, una classica shopper blu di tela e una pochette nera tempestata di Swaroski tono su tono.Tutte ormai sono defunte, morte felici di aver servito la loro padrona nel modo migliore possibile: accogliendo ogni stranezza di ogni dimensione sul loro fondo. Tutte hanno avuto una resistenza ammirabile prima di essere rottamate. Ma, quando parliamo di Pinko, oltre alle borse c’è molto di più.
Pinko è uno dei miei marchi preferiti. Ogni anno a primavera acquisto una quantità enorme delle sue t-shirts perché sanno essere comode e cool ma anche adattabili, con qualche accessorio particolare, ad un’occasione speciale.
In questa collezione primavera/estate ho avvistato diversi pezzi che metteranno di certo a rischio le mie prossime finanze disponibili. Bianco e nero, blu e tanti colori pastello, che già immagino trasformare il mio guardaroba in un enorme acquarello, caratterizzano dei capi davvero interessanti. Ci sono poi lustrini e abiti lunghi semplici o lavorati.
Quelli di Pinko sono abiti glam ma non accecanti, perfetti per un cocktail party ma anche per una notte in discoteca. E’ un marchio per ragazze ma anche per donne, più e meno giovani, che vogliono essere alla moda senza strafare.
Qualitativamente parlando, tra l’altro, trovo i suoi prodotti all’altezza dei prezzi e dunque, a chi ancora non ha potuto sperimentare lo stile di questo brand, consiglio vivamente di approfittare di questa collezione per provare il suo tocco easy ma ricercato.
Magari partite proprio da una Pinko Bag: tanto una bella borsa in più male non fa!