Natalie Portman: anche i cigni hanno l’ansia da prestazione
Se sei bella devi essere, per compensazione, sicuramente stupida. Se sei bella e pure attrice, famosissima per giunta, non solo devi essere stupida ma anche raccomandata. Natalie Portman è una delle donne più belle al mondo, di conseguenza, impossibilitata, secondo i luoghi comuni, ad avere un cervello funzionante, un’ educazione di alto livello e interessi intellettuali che non vadano oltre la tv spazzatura.
L’attrice israeliana, oggi tra le più grandi interpreti della sua generazione, Oscar per “Il Cigno nero” , moglie e mamma è, anche, per chi non lo sapesse, una laureata a pieni voti in psicologia di uno degli atenei più importanti al mondo: Harvard. Entrata nella prestigiosa università della Ivy League all’indomani del successo planetario di “Star Wars: Episodio I”, si vide, a soli 19 anni, catapultata in una realtà in cui tutti sembravano molto più intelligenti e sicuri di se rispetto a lei, tanto da portarla a sgobbare il doppio degli altri per provare di essere più di una “sciocca attrice, entrata in quella cerchia più per fama che per merito”.
Natalie, laureata nel 2003 tra i primi del suo corso, in una recentissimo discorso tenuto presso la sua ex università davanti la classe dei laureandi del 2015, ricorda quel periodo come “un momento molto duro, in cui mi trovai ad affrontare i problemi di tutti gli adolescenti, come la mia prima delusione amorosa, sotto gli occhi di tutti, senza sapere come affrontare tutto quel giudizio. Quel periodo è stata un rischio che ho dovuto correre per trovare me stessa e capire quale fosse davvero la passione della mia vita: la recitazione”.
La sua esperienza, seppure amplificata dalla notorietà, è una realtà che qualunque ragazza, chi più chi meno, si è trovata a dover affrontare nella vita personale e lavorativa. Anche le donne “comuni” di bell’aspetto, secondo la maggioranza dei malpensanti, arrivano ad ottenere determinati risultati per “doti” che esulano dalle loro capacità pratiche, e devono, come conseguenza della stupidità della massa, sgobbare il doppio per far riconoscere i propri meriti, evitando di perdere se stesse.
Il discorso di Natalie mi ha colpito perché parla di tutte noi, che dobbiamo farci un “mazzo doppio” rispetto agli altri, non solo per conquistare ma, anche, per mantenere un equilibrio tra privato e professionale, tenendo saldi i nostri sogni ed i nostri principi.
Laureate o no, tutte subiamo il giudizio forte di qualcuno. Ma l’importante, come ha sottolineato lei, è “non aver timore di rischiare” per realizzare ciò che desideriamo, anche contro tutto e tutti. Anche se “a braccetto” con la nostra continua “ansia da prestazione” che non ci abbandona mai.