It bags: le 10 icone della vera fashionista
La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere? La realtà dei fatti è che, se il sogno di ogni fashionista di possedere una vera It bag si potesse realizzare, di certo, l’aiuterebbe a vivere molto meglio.
Ci sono borse immortali che attraversano le generazioni e vengono tramandate come gioielli di madre in figlia, di nonna in nipote, fino a diventare delle leggende tra le donne di una famiglia. Ci sono quelle acquistate da adulte, quando ormai ci si può concedere qualche follia prima di mettere la testa a posto. O le tanto desiderate e regalate, dopo mesi di mobbing psicologico, da nostro marito, che proprio non riesce a capire tutto questo nostro entusiasmo per una semplice borsa.
Tra le righe di questi miti, desideri e piccole gioie guadagnate, si arroccano, come pietre miliari, le It bag. Quelle che non solo ti cambiano il guardaroba, ma il modo di affrontare con stile la vita.
Spero siate forti abbastanza per sfogliare la mia top ten senza farvi prendere dall’ irrefrenabile istinto di strisciare la carta di credito o di implorare, con occhietti simili a quelli del Gatto con gli stivali di “Shrek”, il vostro ignaro compagno che, placidamente, magari ora guarda il derby in tv.
- Bamboo Bag by Gucci: L’intuizione di Guccio Gucci di introdurre degli inserti di bambù nella struttura della sua creazione fece, nei primi anni ’50, della Bamboo bag, non solo la prima vera e propria It bag della storia della moda, ma un oggetto del desiderio di tutte le donne dell’epoca del dopoguerra. La bag divenne l’oggetto più esotico e ricercato dalle proto-fashion victmin dell’epoca, nonché uno dei classici oggetti da jet set sfoggiato da dive, principesse e donne dello spettacolo. Ad oggi, una versione vintage della Bamboo è quotata quasi più della nuova venduta nei negozi. Il modello, come molti pezzi classici delle grandi griffe, è stato rivisitato in chiave moderna nel 2010, quando la Maison, sotto la direzione artistica di Frida Giannini, decise di
riproporre sul mercato uno dei suoi pezzi cult da far conoscere alle nuove generazioni.
- 2.55 Matelassè by Chanel: Lo scopo di Mademoiselle Coco, originariamente, era quello di liberare le donne dalle costrizioni di corpetti e orpelli negli abiti, per poi sfociare nel campo degli accessori. Il risultato fu la 2.55 matelassé, prima tra le borse da donna dell’alta società, ad essere dotata di una catena che rendeva possibile portarla come una tracollina, differenziandosi, anni luce, dalle scomode borsine a mano sfoggiate dalle “signore bene” dell’epoca. L’esperimento fu, allora, quasi scandaloso poiché la catena rendeva la bag simile alle borse portate dalle donne della classe operaia. Inutile dire, che fu subito un successo che lanciò la 2.55 matelassé nella leggenda della moda. Caratterizzata dalla particolare lavorazione trapuntata della pelle, è stata riproposta, sotto la direzione della Maison di Karl Lagerfeld , nelle versioni 2.55 Classic Flap e 2.55 Reissue.
- Birkin Bag by Hermès: Dio creò la donna ed Hermès la dotò di un’icona.
Tutto ebbe inizio nel 1984, quando durante un volo da Parigi a Londra, la famosa attrice Jane Birkin spiegò a Jean-Louis Dumas, allora stilista della griffe, la sua difficoltà nel trovare una borsa per il week-end che fosse comoda, ma anche bella. Da una semplice richiesta nacque una borsa su misura per lei e per il desiderio di ogni donna sul pianeta Terra. La Birkin, oggi, è non solo una It bag, ma un vero e proprio status symbol per cui ogni fashionista potrebbe uccidere. Ad oggi, il costo di un esemplare parte da una base di 6000 euro per poter arrivare fino a 120.000 e le ordinazioni, per speciali modelli, possono superare anche i due
anni di attesa. Di conseguenza, avete una vita intera per mettere da parte.
- Lady Dior by Christian Dior: Era il 1995 e la Première Dame di Francia Bernadette Chirac omaggiava, durante una visita ufficiale, la principessa del Galles, Diana Spencer, dell ultimo modello partorito dalla Maison Dior. Lady D s’innamoro, a tal punto, della borsa da accumularne, in seguito, numerosi esemplari, sempre al suo braccio anche nelle occasioni ufficiali. La Maison parigina decise, allora, di ribattezzare la borsa, in suo onore, in Lady Dior. Piccola e trapuntata, si riconosce per le tintinnanti lettere agganciate al manico che riportano il nome della griffe parigina. Lusso puro. E chi se ne frega se è scomoda!
- Kelly bag by Hermès: Sempre la griffe francese, sempre status symbol. La Kelly bag prende il nome dalla principessa di Monaco, Grace Kelly, che
durante le riprese di “Caccia al ladro”, s’innamoro di questo modello, creato, in origine, per la moglie di Hermès in persona come borsa da shopping. Da sempre, è una lotta tra “i due pezzi da novanta” della Maison per il titolo di più desiderata e più costosa. Nel primo caso, la scelta è lasciata al gusto personale delle donne, nel secondo, all’ampiezza del loro portafoglio.
- Speedy Bag by Louis Vuitton: Quando ho visto lo scatolo arrivare a casa mia direttamente dal’ Atelier di Parigi, a Natale, stava per prendermi un colpo
apoplettico. Il mio fidanzato, dopo lunga vessazione psicologica, aveva deciso di farmi felice (o restare vedovo, dipende dai punti di vista), ordinando, direttamente on line, un bauletto Speedy Damier tutto per me. Creato negli anni Trenta, Speedy è la borsa icona della maison francese Louis Vuitton. Il nome venne scelto in omaggio ai globe-trotter, che iniziavano a viaggiare abitualmente da una parte all’altra del mondo.
Inizialmente realizzata in tela di cotone marrone, vide la trasformazione in tela Monogram nel 1959 grazie a George Vuitton, figlio di Louis, che creò la famosa tela cerata di cui ancora oggi è costruita la borsa. La più “abbordabile”, in termini economici, tra le It bag, è oggi uno dei grandi classici indossati trasversalmente a tutte le età. - Fendi baguette by Fendi: Era il 1997 e Sarah Jessica Parker iniziava a
dresteggiarsi tra le strade di Manhattan con quel piccolo meraviglioso oggetto sotto al suo braccio: da quel momento in poi il mondo della moda non sarebbe stato più lo stesso. Partorita dall’immaginazione di Silvia Fendi, questa piccola, piatta e compatta borsa da braccio, ha visto la luce, dalla sua nascita, in almeno 1000 varianti diverse per tessuto e fattura. Un classico destinato ad essere sempre reinventato e ad essere, dunque, sempre attuale.
- Cabat by Bottega Veneta: Bellissima e difficilmente possibile, è interamente intrecciata a mano sia all’interno che all’esterno. Solo 500 esemplari vedono la luce ogni anni ed ognuno di essi è frutto di due giorni di lavoro a mano di due artigiani
specializzati. Anche se sembra di paglia, il materiale che vedete così abilmente intrecciato è in realtà cuoio. Non è un quindi un mistero il motivo per cui il prezzo si aggira attorno ai 3000 euro. Per la serie, chi vuole essere unico adda pagà!
- Peekaboo bag by Fendi : Più giovane delle precedenti, ha già conquistato passerelle e braccio delle vip, guadagnando in poco tempo lo status di It-bag. Ampia e a trapezio, ha interni lavorati in maniera estrosa e i dettagli decisamente chic. Il prezzo base è di 1.500 euro, ma il modello più ricercato in pelle di serpente, ad esempio, supera i 5000.
- Motorcycle bag by Balanciaga: La borsa adatta a tutte le fashioniste energiche e dinamiche. Deve il suo nome alle motociclette scarenate dei centauri, con sella e manubri ornati con frange. Ha manici e tracolla ed è realizzata in pelle di vitello. La
bag, ampia e comodissima, a differenza di altre sue “illustri colleghe”, è la borsa iconica per le ragazze e le donne del Nuovo Millennio che ci tengono al proprio stile senza dover rinunciare alla comodità. Meno comodo il prezzo…ma questo è un dettaglio, ovvio.
Se volete davvero qualcosa di intramontabile, che resti al vostro fianco per tutta la vita, senza mai “sfiorire”, pescate nel mucchio e scegliete quella più adatta a voi. Mutuo permettendo, ovviamente.