keira knightley: la bellezza di essere normale
Quando guardo Keira Knightley vedo Elizabeth Bennett. E’ una cosa che non posso evitare. Quando nel 2005 uscì “Orgoglio e Pregiudizio” la mia parte da romantica adolescente fanatica di Jane Austen entrò al cinema piena di preconcetti e ne uscì con i lacrimoni agli occhi e l’assoluta certezza che, se la compianta Jane Austen avesse potuto scegliere un volto per la sua eroina protofemminista, la giovane Keira sarebbe stata la scelta numero uno.
Keira è figlia di artisti, decide di diventare attrice a soli 5 anni e inizia a volare alto verso l’olimpo del cinema da adolescente.
Guardando indietro nel tempo è facile rendersi conto di come, al pari di noi, anche lei dal quel periodo della sua vita in poi abbia sperimentato gli orrori più improbabili in cerca del suo stile. Oggi la ragazza che si presentava in jeans e top sul red carpet sembra essersi tramutata in una meravigliosa creatura icona di eleganza e ricercatezza.
La cosa che apprezzo di più in lei, a parte il suo talento non invadente ed sapientemente controllato, è il non voler piegare il suo corpo ed il suo modo di essere ai diktat del trend.
E’ piatta come una tavola e si fa fotografare nuda, si sposa e recicla l’abito sul tappeto rosso solo perché è uno dei suoi preferiti, sceglie un uomo comune e anche un po’ bruttino solo perché lo ama e senza pensare al glamour, anche se è incinta non va a vendere foto col suo pancione nudo ad ogni tabloid.
Keira è londinese di nascita e di stile. E’ molto riservata, semplice e pulita nel suo modo di presentarsi, sorride molto poco ma ed ha il secondo broncio più fotografato al mondo ( il primato è pur rsempre di Victoria Beckham ) eppure sembra prendere tutto con grande scioltezza. Anche il suo stile.
Che sia Valentino, Chanel (di cui è testimonial dal 2009) o Dolce e Gabbana lei e la moda camminano mano nella mano come due innamorati senza mai essere invadenti l’una con l’altra.
Siamo in piena stagione di premi: Golden Globes, SAG e a breve Oscar, dove Keira spera che la sua Joan Clarke di “ The imitation game” le faccia portare una bella statuetta a casa come attrice non protagonista. Ad ogni evento lei è una delle stelle più brillanti ed originali. Impeccabile anche con un premaman Chanel che avrebbe fatto tremare i polsi perfino a Mademoiselle Coco.
Per Keira dovrei tenere uno style file periodico. Non è mai ripetitiva ma in un modo o nell’altro resta sempre uguale a se stessa.
La cosa più bella di lei è che sembra una di noi anche quando veste i panni da star. Ha un corpo normale, dei difetti normali, non riesce a far prendere pace ai suoi capelli (lunghi, corti, cortissimi, castani , biondi) si mangia le unghie e se è seccata non lo camuffa.
Ecco perché per me guardare Keira Knightley vuol dire vedere Elizabeth Bennet: le donne normali che sanno quello che vogliono non hanno bisogno di brillare di luce artefatta ma lasciano che sia la loro a renderle delle stelle.